"Proprio quando le avanguardie storiche si avviano a metterla
radicalmente in discussione, la cornice diventa materia di grande
interesse per filosofi, storici dell'arte e semiologi. Dispositivo
anfibio per eccellenza, strumento di mediazione che isola l'immagine
dallo spazio reale senza essere assimilabile né all'una né all'altro pur
relazionandosi a entrambi, la cornice è una soglia: ci conduce in un
territorio dove vigono leggi altre rispetto a quelle della vita
ordinaria. Che il quadro possa invadere il mondo o, al contrario, che il
mondo possa insidiare il quadro, è quanto la cornice è chiamata a
scongiurare, fintanto che si accetta un'idea di arte come realtà
separata da quella in cui viviamo e agiamo. Principio che le pratiche
artistiche del XX secolo negheranno con forza. Una storia della cornice
non può prescindere da una riflessione sul superamento dei suoi confini e
porta necessariamente a esaminare come la sua funzione di modesta
servitrice dell'immagine si sia evoluta nei secoli. Da espediente
dimesso, capace di attivare un campo di forze e potenziare
l'indirizzamento centripeto dello sguardo, la attende un destino
paradossale. Nel momento in cui pretende di assumere un proprio valore
estetico autonomo, essa abdica alla propria funzione ancillare entrando
in competizione con l'opera, talvolta persino sostituendosi a essa,
passando da oggetto marginale a soggetto principale della
rappresentazione. L'eclissi di questo elemento aprirà la strada
all'affermarsi di un altro genere di cornice: quella del museo quale
luogo deputato alla istituzionalizzazione, certificazione e
conservazione del valore artistico"
da 'La cornice, storie, teorie, testi' di D. Ferrari.
Tableau Tablette si espande.
I risultati
compositivi ottenuti fino ad ora portavano ad aggregazioni più o meno complesse
‘aperte’, nel senso che visivamente apparivano senza elementi che ne
determinassero una conclusione spaziale. In altre parole potevano essere
ampliate, con l’aggiunta di nuovi supporti e nuove formelle in qualsiasi
direzione. Si trattava di vere e proprie opere il cui scopo era la decorazione,
che si collocava per le sue caratteristiche a metà tra l’oggetto di disegno
industriale e il quadro ma del quadro tradizionale non aveva niente.da 'La cornice, storie, teorie, testi' di D. Ferrari.
Tableau Tablette si espande.
Ora il
sistema si arricchisce dell’elemento ‘cornice’. Questo lega con più forza gli
assemblaggi al concetto di quadro e ne determina visivamente l’estensione. La
cornice costituisce una chiusura, lì finisce l’opera, e così come l’immagine
decorativa è smembrata, anche la cornice si presenta frantumata. Per vederne il
confine che crea bisogna farlo ‘amodalmente’.
C’è un altro
aspetto che l’elemento cornice introduce: l’equivoco.
Il supporto
fino ad ora costituiva la cornice; le formelle se ne distaccavano sottolineando
la diversa funzione ma anche l’indissolubilità tra loro.
Ora il nuovo
elemento ‘cornice’ reclama fortemente la funzione prima demandata al supporto e
per la sua discontinuità crea uno strano passaggio visivo da parti che sono a
tutti gli effetti ‘cornice / passepartout’ a parti in cui quest’ultimo reclama
la funzione per cui era nato, cioè ‘cornice – passepartout’. Nel primo caso la
cornice e il passepartout sono distinti mentre nel secondo sono una sola cosa.
Da qui l’equivoco visivo.
Il risultato
finale è un’aggregazione di formelle non più aperta ma ben delimitata da un
confine evidente anche se frammentato. Ne risulta aumentata la gamma delle
soluzioni disponibili, comprendendone alcune più vicine al concetto ‘quadro’
anche se questo si presenta del tutto destrutturato.
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