sabato 26 maggio 2018

LA CORNICE - 1.testi

LA CORNICE

"Proprio quando le avanguardie storiche si avviano a metterla radicalmente in discussione, la cornice diventa materia di grande interesse per filosofi, storici dell'arte e semiologi. Dispositivo anfibio per eccellenza, strumento di mediazione che isola l'immagine dallo spazio reale senza essere assimilabile né all'una né all'altro pur relazionandosi a entrambi, la cornice è una soglia: ci conduce in un territorio dove vigono leggi altre rispetto a quelle della vita ordinaria. Che il quadro possa invadere il mondo o, al contrario, che il mondo possa insidiare il quadro, è quanto la cornice è chiamata a scongiurare, fintanto che si accetta un'idea di arte come realtà separata da quella in cui viviamo e agiamo. Principio che le pratiche artistiche del XX secolo negheranno con forza. Una storia della cornice non può prescindere da una riflessione sul superamento dei suoi confini e porta necessariamente a esaminare come la sua funzione di modesta servitrice dell'immagine si sia evoluta nei secoli. Da espediente dimesso, capace di attivare un campo di forze e potenziare l'indirizzamento centripeto dello sguardo, la attende un destino paradossale. Nel momento in cui pretende di assumere un proprio valore estetico autonomo, essa abdica alla propria funzione ancillare entrando in competizione con l'opera, talvolta persino sostituendosi a essa, passando da oggetto marginale a soggetto principale della rappresentazione. L'eclissi di questo elemento aprirà la strada all'affermarsi di un altro genere di cornice: quella del museo quale luogo deputato alla istituzionalizzazione, certificazione e conservazione del valore artistico"
 da 'La cornice, storie, teorie, testi' di D. Ferrari.

Tableau Tablette si espande.
I risultati compositivi ottenuti fino ad ora portavano ad aggregazioni più o meno complesse ‘aperte’, nel senso che visivamente apparivano senza elementi che ne determinassero una conclusione spaziale. In altre parole potevano essere ampliate, con l’aggiunta di nuovi supporti e nuove formelle in qualsiasi direzione. Si trattava di vere e proprie opere il cui scopo era la decorazione, che si collocava per le sue caratteristiche a metà tra l’oggetto di disegno industriale e il quadro ma del quadro tradizionale non aveva niente.

Ora il sistema si arricchisce dell’elemento ‘cornice’. Questo lega con più forza gli assemblaggi al concetto di quadro e ne determina visivamente l’estensione. La cornice costituisce una chiusura, lì finisce l’opera, e così come l’immagine decorativa è smembrata, anche la cornice si presenta frantumata. Per vederne il confine che crea bisogna farlo ‘amodalmente’.

C’è un altro aspetto che l’elemento cornice introduce: l’equivoco.

Il supporto fino ad ora costituiva la cornice; le formelle se ne distaccavano sottolineando la diversa funzione ma anche l’indissolubilità tra loro.

Ora il nuovo elemento ‘cornice’ reclama fortemente la funzione prima demandata al supporto e per la sua discontinuità crea uno strano passaggio visivo da parti che sono a tutti gli effetti ‘cornice / passepartout’ a parti in cui quest’ultimo reclama la funzione per cui era nato, cioè ‘cornice – passepartout’. Nel primo caso la cornice e il passepartout sono distinti mentre nel secondo sono una sola cosa. Da qui l’equivoco visivo.

Il risultato finale è un’aggregazione di formelle non più aperta ma ben delimitata da un confine evidente anche se frammentato. Ne risulta aumentata la gamma delle soluzioni disponibili, comprendendone alcune più vicine al concetto ‘quadro’ anche se questo si presenta del tutto destrutturato.

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